Non solo un Re saggio. Salomone tra profezia e magia
Tra tutti i protagonisti dell’Antico Testamento il re Salomone è certamente uno dei più noti, caratterizzato anche nell’immaginario contemporaneo soprattutto dall’attributo della saggezza.
Nella Bibbia si racconta che, rivolgendosi a Dio, Salomone non chiese una lunga vita, ricchezza o potere, ma solo “discernimento nel giudicare”.
Apprezzando la richiesta, Dio gli concesse “un cuore saggio e intelligente”, caratteristica che ritroviamo nell’aneddoto forse più conosciuto, quello della contesa tra le due donne sulla maternità di un bambino, risolto dal Re con grande semplicità e acume.
Come accade per la maggior parte dei protagonisti del testo biblico, tuttavia, Salomone è molto più di un uomo saggio e intelligente; a una lettura più attenta rivela ulteriori caratteristiche e anche lati oscuri.
A ricostruire la figura nella sua interezza è dedicato un libro appena pubblicato dalla casa editrice Morcelliana: “Re Salomone. Con gli occhi della saggezza”, a cura di Davide D’Amico e Ambra Suriano (224 pag., 20€).
Il libro è di grande interesse perché analizza la figura di Salomone secondo punti di vista diversi che vengono raccolti in tre capitoli scritti da altrettanti autori ed è ulteriormente impreziosito da un’antologia di testi dell’antica sapienza ebraica dedicati all’interpretazione del famoso re d’Israele.
Oltre alla sapienza, sono altri due gli aspetti positivi che la Bibbia attribuisce a Salomone: la costruzione del Tempio, possibilità negata a suo padre Davide, e il governo unitario di Israele, un’armonia interna che favorì la forza e la prosperità del popolo ebraico e che si sfalderà durante il regno del figlio Geroboamo.
Nel capitolo da lei scritto, Ambra Suriano spiega come della sua stagione di governo così fastosa non siano ancora state trovate tracce archeologiche o letterarie al di fuori del testo biblico, inducendo alcuni studiosi a ipotizzare che sulla sua figura siano stati costruiti fatti e racconti in epoca successiva, utili ai fini del consolidamento della religione e della politica durante il regno di Giosia (VII sec. a. C.) e al ritorno dall’esilio babilonese.
In ogni caso, Salomone assumerà i tratti di una personalità carismatica e incisiva, capace di ripristinare nel mondo un ordine di natura divina.
Nel suo contributo, Simone Paganini ricostruisce la fortuna di Salomone nelle tradizioni successive, soprattutto cristiana e islamica.
Citato poche volte nel Nuovo Testamento, nel Vangelo di Matteo che si rivolge a un pubblico giudeocristiano il suo esempio mantiene caratteri positivi; Luca, invece, individua nella sua figura la staticità di un Tempio non più necessario nell’universalismo cristiano.
Ma la tradizione forse più sorprendente è quella islamica.
Nel Corano, Salomone è più profeta che re e prende ampio spazio narrativo la sua proverbiale capacità di dialogare con gli animali e di governare il mondo di spiriti e demoni, dando origine a storie e avventure che potrebbero ricordarci il canone della “Mille e una notte”.
Nel contributo di Davide D’Amico viene approfondita la tradizione dell’Aggadah, il corpus dei commenti ebraici alla Bibbia che trovò in Salomone un interesse particolare. Nacquero così commenti e storie che andavano a completare il racconto della sua vita, anche attraverso quella che gli studiosi hanno definito una “storiografia creativa”, pratica utile per colmare le lacune e a spiegare ulteriormente il testo biblico.
In questi racconti si mostra l’ambivalenza della sua figura, sottolineandone anche il lato umano con i suoi limiti ed errori, principalmente individuati nella passione per il lusso e per le donne straniere che lo indussero all’idolatria. Aspetti che completano la personalità di Salomone, rendendola più complessa e quindi ancora più interessante ai nostri occhi.