La sapienza del deserto
Articolo uscito sul numero 2 del settimanale “Toscana Oggi” (12 Gennaio 2025)
Intorno al V secolo dopo Cristo, nei deserti dell’Egitto, iniziò a formarsi quella tradizione dei “Detti dei padri e delle madri del deserto” che ancora oggi rappresenta un punto di riferimento spirituale per tanti cristiani di tutto il mondo.
Raccolti e rielaborati in collezioni organiche nei secoli successivi, i Detti hanno conosciuto una grande fortuna editoriale anche in anni recenti, riscontrando un interesse diffuso ben oltre l’ambito degli specialisti.
Lo dimostra, tra le altre, la recente pubblicazione delle Edizioni Qiqajon dal titolo “La sapienza del deserto: i Detti dei padri e delle madri” (346 pag., 35€).
Il libro consiste nella pubblicazione degli atti del XXIX Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa tenutosi al Monastero di Bose tra il 5 e l’8 settembre 2023 e contiene una preziosa raccolta di studi sui Detti ad opera di autori laici e di autorità religiose di diverse nazionalità e con originali punti di vista.
Apparentemente molto semplici nella loro forma (brevi aneddoti, dialoghi concisi, a volte una semplice sentenza) i Detti mostrano in realtà una grande profondità spirituale, in grado di interrogare i fedeli di ogni tempo e di ogni latitudine.
Questa profondità viene scandagliata sapientemente dagli autori del libro che, nei vari capitoli a loro affidati, si soffermano sul conteso storico della loro formazione, sulle loro tematiche principali, sulla spiritualità peculiare che ne emerge e sul loro successo contemporaneo.
Successo dovuto sicuramente alla loro forma semplice e immediata ma anche al fine “pratico” con cui sono stati concepiti: nei Detti non troviamo infatti lunghe dissertazioni teologiche quanto piuttosto risposte puntuali a problemi concreti su cui i discepoli chiedono “una parola di salvezza” a un anziano.
Come spiegano gli autori, le risposte degli “abba” del deserto non sono mai scontante né preconfezionate, perché il loro intento non è quello di stabilire nuove regole rigide quanto piuttosto di trasmettere l’arte del discernimento spirituale che ogni fedele cristiano deve saper applicare in ogni situazione che incontra nella propria vita.
I dialoghi e gli aneddoti contenuti nei Detti, quindi, non sono soltanto testimonianze storiche di un’epoca ancora attraversata da profonde dispute teologiche ma acquisiscono ai nostri occhi una valenza generale che può interrogare qualsiasi lettore.
Oltre agli esempi di ascesi fisica dimostrata dai padri, infatti, molto spazio è dedicato all’ascesi della mente e del cuore, rappresentata come una vera e propria “lotta” che si deve condurre contro le passioni o i “cattivi pensieri” che turbano la nostra anima.
Discernimento, vigilanza e attenzione sono virtù, suggerite da abba Poimen, che devono essere alimentate dalla preghiera e dalla lettura meditata delle Scritture, di cui i Detti testimoniano una conoscenza intima e profonda.
Gli autori del libro dimostrano come alla pratica dell’introspezione i Detti affianchino l’amore per il prossimo insegnato da Gesù e che i padri testimoniarono con il proprio esempio, specialmente attraverso l’ospitalità offerta ai discepoli ma anche ai laici o addirittura ai pagani.
A dimostrazione dell’ampiezza della ricerca, il libro si sofferma poi sull’esperienza importante, anche se forse meno conosciuta, delle madri del deserto come “amma” Sincletica.
In conclusione, il libro ci trasmette la buona notizia che i Detti vivono ancora oggi: non soltanto nelle nuove edizioni o nei momenti di lettura collettiva all’interno dei monasteri, ma anche come vero e proprio metodo di dialogo e di ricerca tra padri spirituali e discepoli che animano la vita del monachesimo contemporaneo, in Egitto e non solo.