Chi era Giovanni?

Gabriele Bosi
3 min readOct 4, 2024

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Articolo uscito sul numero 36 del settimanale “Toscana Oggi” (6 Ottobre 2024)

“Un amico difficile”. È così che Giulio Busi, professore alla Freie Universität di Berlino, si riferisce all’autore del quarto Vangelo nel suo ultimo libro dal titolo “Giovanni” (Mondadori, 156 pag., 20€).

Esperto di religione e mistica ebraica, dopo aver dedicato un libro alla figura di Cristo (“Gesù, il re ribelle”, Mondadori 2023) stavolta Busi si è rivolto al quarto evangelista, a cui ha dedicato un saggio frutto di quarant’anni di ricerche. Ne è risultato un testo di grande interesse e di piacevole lettura, con una scrittura al tempo stesso accessibile, colta e ispirata.

Com’è noto, sull’identificazione storica dell’evangelista Giovanni sono state formulate ipotesi diverse. Chi è l’autore di un Vangelo così particolare, denso di riflessione teologica e filosofica e allo stesso tempo così attento a particolari storici e geografici?

Busi ritiene che l’autore debba essere identificato con Giovanni il Presbitero (“l’Anziano”), autore anche di tre lettere conservate nel Nuovo Testamento. Fonti antiche parlano di questo “anziano” come di un discepolo di Gesù, che non fece parte degli apostoli ma che ebbe una conoscenza diretta del Maestro.

Stando alle fonti, Giovanni lasciò la terra d’Israele prima della distruzione del Tempio compiuta dai romani per recarsi a Efeso, allora capitale dell’Asia Minore. È qui, ipotizza l’autore, che scriverà in tarda età il suo Vangelo, diffuso dagli allievi intorno al 100 d. C.

Nel suo libro Busi immagina il quarto evangelista che, giunto ormai alla fine della sua vita, torna con la mente al suo incontro con il Figlio di Dio. In lui si alternano commozione, riflessione, interrogativi vertiginosi a cui cerca di dare risposta; soprattutto sono forti in lui il caro ricordo del Maestro e la volontà di lasciare la propria testimonianza.

Com’è noto, il Vangelo di Giovanni è contraddistinto da una grande raffinatezza filosofica e teologica, segno di un autore dotato di una vasta cultura, in grado di inserire il proprio racconto all’interno di una grande cornice di pensiero; da questo Vangelo sono derivati principi di fede che hanno segnato duemila anni di storia.

Si tratta di un aspetto coerente con la figura di un autore che Busi riconduce, come testimoniato dal Vescovo di Efeso Policrate, alla classe sacerdotale del suo tempo; solo un sacerdote, appartenente quindi al ceto più prestigioso della società ebraica di allora, poteva infatti accedere senza opposizioni all’interrogatorio di Gesù in quanto “noto al sommo sacerdote” di Gerusalemme (mentre nella stessa circostanza drammatica Pietro viene respinto).

Così si spiega la caratteristica del “più ebraico dei Vangeli”, allo stesso tempo il più critico con una classe sacerdotale che non riesce a comprendere il messaggio cristiano; la sua critica, spesso aspra, è tale proprio perché viene dall’interno dall’élite gerosolimitana.

Da qui deriva anche la tensione filosofica che attraversa tutto il testo a partire dal noto prologo sul Verbo, la cui misteriosa originalità non è riconducibile interamente né alla filosofia ellenistica né al pensiero ebraico o a una sintesi di entrambi, ma va interpretata come la riposta, audace e rivoluzionaria, all’incontro sconvolgente con il Figlio di Dio.

Nella sua analisi Busi ci mostra come quello di Giovanni sia anche un racconto preciso in termini di riferimenti storici e geografici; non siamo insomma davanti a un testo interamente filosofico ma a una narrazione collocata saldamente nel tempo del suo svolgimento.

“Giovanni” è quindi un testo prezioso per conoscere meglio un autore e il suo racconto affascinante, fatto non solo di parole ma anche di silenzio. Un silenzio che, come scrive Busi, “è come un’alba d’inverno. Breve, occulta, remota”.

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Gabriele Bosi
Gabriele Bosi

Written by Gabriele Bosi

40 anni. Collaboratore del settimanale "Toscana Oggi"

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